Gli obblighi del DAC7: Cos’è e cosa significa per le piattaforme digitali

2024-09-24
a cura di:
Giovanni Albero

Il DAC7 è una direttiva europea (Dir. UE 2021/514) che impone nuovi obblighi di trasparenza fiscale alle piattaforme digitali. Il suo scopo principale è quello di facilitare la raccolta di informazioni sulle attività economiche che avvengono tramite queste piattaforme, permettendo alle autorità fiscali di monitorare più efficacemente i guadagni dei venditori e assicurarsi che paghino le tasse dovute.

L’entrata in vigore del DAC7, prevista dal 1° gennaio 2023, ha introdotto obblighi di reporting fiscale per tutte le piattaforme che mettono in contatto venditori o fornitori di servizi con gli utenti finali, siano esse piattaforme europee o straniere che operano nell’UE.

Cos’è il DAC7?

Il DAC7 è parte di una serie di normative (DAC sta per “Directive on Administrative Cooperation”) introdotte dall’Unione Europea per migliorare la cooperazione fiscale tra i paesi membri. Questa direttiva, in particolare, riguarda le piattaforme digitali, e mira a contrastare l’evasione fiscale legata all’economia digitale, assicurando che i guadagni ottenuti da venditori o fornitori di servizi tramite queste piattaforme siano dichiarati correttamente e tassati.

L’idea di fondo è che molte persone e aziende usano piattaforme digitali per vendere beni o servizi senza sempre dichiarare correttamente i guadagni, il che può portare a una perdita di entrate fiscali. Il DAC7 obbliga le piattaforme a raccogliere e trasmettere le informazioni sui venditori alle autorità fiscali.

Chi è coinvolto?

Il DAC7 si applica a tutte le piattaforme digitali, sia europee che non europee, che operano nell’Unione Europea e consentono a venditori o fornitori di offrire beni e servizi. Le piattaforme coinvolte includono:

Marketplace online dove si vendono beni, come eBay o Amazon.

Piattaforme di noleggio di beni immobiliari, come Airbnb.

Servizi digitali come Uber o Deliveroo, dove le persone offrono servizi (trasporti, consegne, ecc.).

Queste piattaforme devono raccogliere informazioni sui venditori, indipendentemente dal fatto che siano professionisti o privati, se superano determinate soglie di attività.

Quali sono gli obblighi per le piattaforme?

Dal 2023, le piattaforme digitali hanno l’obbligo di raccogliere e segnalare alle autorità fiscali una serie di dati sui venditori attivi. Questi dati includono:

1. Identità del venditore: Nome, indirizzo, numero di partita IVA (se applicabile), e altre informazioni di identificazione.

2. Dettagli sui guadagni: Il totale delle transazioni effettuate tramite la piattaforma, incluse le entrate derivanti dalla vendita di beni o dalla prestazione di servizi.

3. Informazioni sulle transazioni: Come il numero di operazioni effettuate e i conti bancari collegati.

Le piattaforme sono obbligate a raccogliere queste informazioni e a inviarle ogni anno alle autorità fiscali competenti, che poi condividono i dati tra i diversi paesi dell’Unione Europea per garantire che le imposte siano pagate correttamente.

Quali sono le implicazioni per i venditori?

Per i venditori che utilizzano piattaforme digitali, il DAC7 significa maggiore trasparenza fiscale. Anche i venditori che operano occasionalmente tramite piattaforme digitali (come affittare una casa vacanze su Airbnb) dovranno essere consapevoli del fatto che i loro guadagni saranno segnalati alle autorità fiscali. Questo implica che dovranno dichiarare correttamente questi guadagni nella propria dichiarazione dei redditi e pagare le tasse dovute.

Chi deve preoccuparsi? Non tutti i venditori saranno soggetti a segnalazione. In molti casi, il DAC7 si applica solo se vengono superate soglie specifiche, come un certo numero di transazioni o un ammontare minimo di guadagni. Tuttavia, è importante che anche chi effettua attività saltuarie si informi sulle regole del proprio paese.

Cosa succede se non si rispettano gli obblighi del DAC7?

Le piattaforme digitali che non rispettano gli obblighi del DAC7 rischiano sanzioni significative. Le autorità fiscali dei paesi membri possono imporre multe pesanti alle piattaforme che non raccolgono o non inviano correttamente i dati richiesti. Allo stesso tempo, i venditori che non dichiarano i propri guadagni possono essere soggetti a controlli fiscali e multe per evasione.

Per evitare problemi, molte piattaforme stanno già adattando i propri sistemi di raccolta dati e informando i venditori sui nuovi obblighi. Inoltre, è possibile che le piattaforme sospendano gli account dei venditori che non forniscono le informazioni richieste.

Conclusione

Il DAC7 rappresenta un’importante misura per contrastare l’evasione fiscale nell’economia digitale. Le piattaforme digitali sono ora responsabili di raccogliere informazioni dettagliate sui venditori e di trasmetterle alle autorità fiscali. Questo nuovo quadro normativo garantirà che i guadagni generati tramite il commercio online siano tassati correttamente, favorendo una maggiore trasparenza fiscale e un’equa concorrenza nel mercato.

Per le aziende e i privati che operano sulle piattaforme digitali, è fondamentale comprendere gli obblighi fiscali e assicurarsi che le loro attività siano in linea con le nuove regole. In definitiva, il DAC7 non solo aiuta a combattere l’evasione fiscale, ma assicura che le piattaforme digitali continuino a crescere in un contesto normativo più equo e trasparente.

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